MOSTRA PERSONALE DI PITTURA – Espone DONGHI GIUSEPPE

MOSTRA PERSONALE DI PITTURA – dal 21 al 29 SETTEMBRE 2019 – Presso Centro Espositivo CORTE SAN ROCCO Via Matteotti 39 CANTU’ COCON IL PATRICINIO DEL COMUNE DI CANTU’ – Le Foto sono di – Carlo CatanzaroPierangelo TrezziLaura AlbertiFrancesca Donghi e Donghi Giuseppe



La Mostra Personale di un Artista deve essere l’occasione per far vedere a tutti la sua Arte
… ma non è solo questo perché se così fosse, sarebbe una muta e inutile esposizione di manufatti
Non sono un Arista che ama molto le mostre ma quelle che ho fatte ed oramai sono molte, ho sempre cercato di farle diventare un momento di incontro, di dialogo tra “addetti ai lavori”, semplici amanti dell’Arte, curiosi, critici e tutti coloro che semplicemente amano visitare le mostre d’Arte in genere… e fin qui diciamo che è tutto normale, ma io questa normalità ho sempre cercato di superarla perché l’Arte ha mille e più sfaccettature, comprende ogni attività ed espressione dell’intelletto umano, dalla Pittura, scultura, fotografia, musica, canto, teatro, cinema, poesia, scrittura, architettura .. insomma tutto quanto un uomo possa fare con il suo ingegno … e così anche in questa ultima mia Mostra Personale oltre ad aver incontrato tanti artisti, risposto ad ogni domanda anche di colui che nulla sa di arte ma è curioso, all’interno della Mostra ho inserito un evento curioso .. dipingere, realizzare un’opera d’Arte ascoltando e quindi ispirandomi alle note meravigliose della chitarra del Musicista (autore dei suoi brani) Sergio Arturo Calonego .. coinvolgendo il numeroso pubblico a seguire la melodia delle note e trasportati dal gesto delle mani che si muovono sulle corde di una chitarra a quelle di un pittore che mescolando colori ed a colpo sicuro stenderli su di una tela e dar vita ad un dipinto…. è stata una magnifica esperienza che voglio ripetere coinvolgendo gli allievi della mia Scuola di Pittura di Brenna CO.
La Mostra Personale a Cantù è stata un vero successo sotto ogni aspetto.
Grazie a tutti coloro che mi hanno aiutato ad organizzarla. Grazie al numeroso pubblico.
Grazie a Mia Moglie Laura Alberti che vive con un artista da oltre 50 anni … e non è facile.
TUTTE LE FOTO

Donghi Giuseppe

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LEDA ?

Titolo Leda?

Tecnica  Fondo preparato con colle, stucchi plastici e sabbia finissima,
imprimitura ad acrilico e finito con colori ad olio.
Supporto Laminato plastico.  Dimensioni  CM. 100 x 55
“OPERA ESEGUITA NEL 2014 E  MODIFICATA IN BUONA PARTE NEL 2019 SENZA STRAVOLGERE  L’IMPIANTO DI BASE.” Donghi Giuseppe.

Leda, nella mitologia greca era Moglie di Tindaro, grande guerriero e Re di Sparta.           La Leggenda, narra che Zeus, capo di tutti gli dei dell’Olimpo, il Dio del cielo e del tuono, si innamorò di Leda e per poterla raggiungere scese dal cielo, si trasformò in un candido cigno, e avvicinandosi a Lei che stava riposando sulle rive del fiume Eurota, la svegliò facendosi notare starnazzando d’ali, e con il suo lungo ed elegante collo incominciò ad accarezzarla amorosamente sui capelli, sul viso fino ad insinuarsi tra le sue braccia accoppiandosi.
Non è certo questo racconto mitologico che mi ha dato lo spunto per realizzare questo dipinto.
La donna nelle mie opere è un tema che mi sta a cuore da sempre.
Questa volta camminando in silenzio sui monti, ammiravo l’infinita bellezza della natura, quassù è sempre tutto molto più chiaro, sei libero da ogni legame con tutto ciò che accade laggiù, siamo soli, senti il cuore battere dentro te, il vento che ti accarezza, il sole è brillante, l’aria leggera, il cielo azzurro intenso, a tratti macchiato da nuvole bianchissime dalle mille forme mutanti.
Ti accorgi di quanta bellezza esiste intorno a noi .. tutta questa meraviglia ti avvolge e ti sconvolge e non puoi fare a meno di pensare all’irresponsabilità dell’uomo che senza nessun indugio, ogni giorno ne distrugge un pezzo …Come se il tutto fosse suo. Tutto questo mi porta a pensare alla storia umana su questo lembo di terra che naviga nell’infinito, alla grandezza dell’uomo, alle sue meravigliose scoperte ma … anche alle guerre per prevalere su altri esseri umani, guerre assurde per un credere religioso .. ah che guaio le religioni … ed intanto cammini, ti guardi attorno.
Poco prima di arrivare in cima, mia moglie Laura mi fa notare una cordata di tre donne che stavano salendo su di una parete rocciosa in maglietta e pantaloncini corti … ottima occasione per fermarci a riposare un po’ guardando quelle donne salire come ragni aggrappati alle rocce.
Ci sediamo su dei massi … Laura ad un tratto mi dice:  “ora non è più come qualche anno fa, di donne che scalano oramai se ne incontrano tante, che pilotano aerei, che fanno tutto quanto fa l’uomo maschio, ed a volte anche con più passione e tenacia” … Vero risposi io .. guardandola seduta su quel masso.
Ecco, è in questo preciso momento che nasce il dipinto che illustra questo scritto. Leda?

Guardavo Laura seduta sul sasso, alle sue parole appena pronunciate a proposito delle donne.
La vidi seduta non più su di un masso, ma su di una casa, con il camino che fuma in un ambiente magico fatto di cielo cupo e di candida neve ovunque, lei nuda … come è nuda la natura davanti all’universo, nuda come la madre terra, come pietra al sole, limpida, come è limpido il mare più bello che va a toccare il cielo laggiù in fondo all’orizzonte, bella come tutto ciò che ci circonda quassù.

Ed il Cigno? (Incontrato poche ore prima in un piccolo laghetto a fondovalle.)

Ecco allora .. ritornarmi nella mente la leggenda mitologica di Leda concupita da Zeus trasformatosi in cigno.
E ripenso di nuovo all’uomo maschio, al mondo costruito da maschi e per i maschi, per le sue guerre, per le sue manie di grandezza, capace di costruire meraviglie ma anche di distruggerle … e non solo ciò che ha costruito.
Nei millenni ha distrutto, deturpato, stravolto, inquinato il pianeta come se fosse lui il padrone di tutto ciò.
Come se fosse il Re degli Dei in grado di camuffarsi dietro altre sembianze per concupire, spadroneggiare, dettare legge su tutto e su tutti.
Quindi tornando alla donna mi pongo una domanda: quanto è cambiato da quel racconto mitologico ad oggi?
La donna fino a pochi anni fa non aveva neanche il diritto di voto nella nostra civile Italia, in molti paesi la donna vale meno di una pecora, di un vitello, a volte la si elimina alla nascita … ed in certe parti del mondo a causa dell’uomo o di fanatismo religioso, quali menomazioni fisiche e morali devono ancora subire?
Nel mondo così detto civile  .. Italia in prima fila, perché se un maschio si accoppia con tante donne è un rispettato donnaiolo .. è un maschio Italiano, mediterraneo … mentre se una donna si innamora di un altro è una puttana?

Perché se una donna è maltrattata dal suo compagno .. o semplicemente non vi è più amore fra di loro e lei decide di andarsene e rifarsi una nuova vita Lui la ammazza?
Per amore dice Lui … tu sei mia non puoi essere di nessun altro.
Mia? Mia come un oggetto, come la pecora ed il cammello.
Tutto questo ancora oggi.
Perché oggi purtroppo sono ancora pochi gli uomini che sanno amare senza nulla pretendere, amare per la gioia di condividere corpo e sentimenti, donarsi reciprocamente, cogliere da lei la sua parte femminile per completarsi e donare a lei la nostra ..  così da diventare grandi, capaci di amare, di nutrirsi uno nell’altro .. tanto da diventare come lo splendore della natura che ci ha circondato oggi lassù, dove il raglio di certi uomini non può giungere così in alto … costretto a lamentarsi laggiù legato al palo che lui stesso ha conficcato nel terreno … o come il gallo Re o Dio del suo piccolo pollaio.


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Dipinto e testo di Donghi Giuseppe

Donghi Giuseppe

 

 

 

 

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