TERRA ALL’ORIZZONTE

Nati per volare  di Emanuela Pallottini

Prefazione Donghi GiuseppePittore
Recensione Giovanni Filosa – Giornalista

E’ con vero piacere che vi presento la nuova opera di Emanuela Pallottini.
Un libro di poesie dove l’autrice si apre senza limiti e con tutta sincerità raccontandoci tutto il suo essere, il suo mondo più interiore, gli amori e l’amore per la bellezza della natura che la circonda.
Ci parla di spazi infiniti, di cielo e mare … il mare di casa sua che osserva in tutte le sue sfumature.
Il mare come metafora della vita, con tutta la sua bellezza e le sue varie evoluzioni, ora colorate e meravigliose, poi uggiose e con nuvole basse che vanno a toccare l’orizzonte.
Noi tutti vorremmo volare in questi spazi infiniti come fossimo gabbiani ma a volte non abbiamo il coraggio come ci descrive meravigliosamente nel suo primo libro                     “Il gabbiano e il mare” (edito da “il Filo”)


In questo suo nuovo libro – TERRA ALL’ORIZZONTE – Nati per volare –                 Emanuela Pallottini ci racconta con la poesia, pensieri e liriche il suo oggi … dove finalmente spalanca la finestra sulla sua nuova fase della vita e trova il coraggio e l’entusiasmo di prendere il volo libera come un gabbiano.

Dicendoci. “Non si è mai perdenti se si sperimentano i sogni perché bello non è solo il traguardo, stupendo è soprattutto il viaggio.”
(….) “Finalmente ho compreso che posso raggiungere il successo, che non ha nulla a vedere con la fama, ma con la realizzazione di ciò che si ha nel cuore, fatta di duro lavoro, dedizione e costanza.
Credo sia questo il significato vero del successo per ognuno di noi.
Questo è ciò che ho compreso circa i sogni che poi, una volta realizzati, non sono più soltanto nostri ma diventano del mondo intero.”

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Emanuela Pallottini nasce ad Arezzo, vive e lavora ad Ancona.
Le sue espressioni artistiche sono, il Canto, la Poesia e la Pittura.
Il libro si può trovare Presso Libreria Fogola di Ancona o Libri e Libri di Falconara.
Oppure tramite contatto in privato. epallottini@gmail.com

Donghi Giuseppe

                                                                         

 

 

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Il Pagliaccio

 

Titolo .- IL Pagliaccio   –  Dimensioni cm. 50×80

Supporto  –  Tela preparata con stucco e colle     

tecnica   –   abbozzato ad Acrilico – portato a termine con colori ad Olio 

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Mi ricordo i giorni che precedevano il Natale, vi era nell’aria un clima di gioia, attendavamo un qualche cosa che sapeva un po’ di magico, anche per coloro che non credevano.

Nei giardini qualche piccolo abete con poche lampadine, la realizzazione del presepio nelle nostre case coinvolgeva tutti.

Non vi era per noi la settimana bianca, nemmeno lo stressante girovagare tra i negozi della cittadina più vicina per comperare mille cose, sovente inutili … bastava una stretta di mano o un abbraccio augurandoci Buon Natale.

Non vi erano molti soldi … ma non è mai stato un problema.

Il Natale diventava così la festività della famiglia .. qualche regaluccio, magari usato … poche cose ma desiderate da mesi.

  • Mi trovavo a Como in Piazza Duomo, nei giorni che precedevano le festività natalizie.

La Piazza gremita, un andirivieni da Stazione Centrale.

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Io sempre con la mia macchina fotografica in cerca di scene interessanti.

Scorgo laggiù in fondo un pagliaccio, che con dei palloncini creava strani animali da donare ai bambini.

Mi sposto, mi avvicino, il soggetto si presta per essere fotografato, mi siedo con Laura  per consumare una buona cioccolata calda al bar sotto i portici … postazione ideale, sullo sfondo la splendida facciata del Duomo, davanti, il simpaticissimo pagliaccio impersonato da una donna dalla forme un po’ abbondanti … ma ben distribuite.

Metto a punto i meccanismi della macchina fotografica, ed incomincio a scattare, cercando un taglio giornalistico che racconti al meglio ciò che accade.

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Ad un certo punto mi sono accorto che lo strano personaggio, non era così importante nel contesto perché non aveva molto da fare… eppure era così interessante.

Molti bambini avrebbero voluto il palloncino dalle forme strane … prendevano per mano i genitori e li trascinavano verso il coloratissimo “Pagliaccio” sorridente ma dagli occhi tristi.

In risposta i bimbi si sentivano dire “ Andiamo, abbiamo fatto tardi con le compere – dobbiamo ancora mangiare – questa sera arrivano gli amici di papà – non ho spiccioli (lui non chiedeva soldi sarà stato messo li da qualche Associazione) – i palloncini ve li porterà Babbo Natale …. ( se fate i buoni) …. e così centinaia di altre risposte, alquanto inopportune e per me anche irritanti ed inquietanti.

La sera che si stava avvicinando, incominciava a spegnere i colori … tanto che all’improvviso si accesero milioni di lampadine che disegnavano i profili dei palazzi storici e del Duomo.

Intanto rapidamente la città si svuotava, la estenuante giornata di compere stava per volgere al termine. Ritirai la macchina fotografica .. il reportage era finito … ottime immagini … tante tristi, le lacrime dei bambini fanno male, ma chi ama la fotografia fotografa ciò che più lo colpisce, bello o brutto che sia.

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Mentre con Laura ci stavamo recando al parcheggio, ci guardammo in faccia, quasi simultaneamente, ci siamo detti … ma che mondo è questo se un Pagliaccio è stato quasi tutto il tempo con le mani nelle mani? Dove è finito il nostro Natale? Quando mio padre camminava a marcia indietro fin sulla via principale, lasciando le impronte nella neve e ritornava facendo un lungo giro … poi il mattino ci chiamava e ci diceva … visto? Questa notte è passato San Giuseppe e la Madonna con in spalla Gesù Bambino.

Donghi Giuseppe

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Dipinto – Foto – Testo –  di Donghi Giuseppe           Clicca sulle foto per ingrandirle

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